Antonella Calabrese
Psicologa Psicoterapeuta
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Mi sento in ritardo nella vita

da | Apr 13, 2023 | crescita personale

Mi sento in ritardo nella vita

Ti capita di sentirti indietro nella vita?
Di percepire una distanza tra dove ti trovi e dove vorresti o dovresti essere?

Pensare che nell’età in cui ti trovi avresti già dovuto raggiungere determinati obiettivi lavorativi, di famiglia, di stabilità economica ,di situazione abitativa o altro.
Sentirti indietro rispetto ad una sorta di copione di vita:

  • a 23 anni  devo avere concluso gli studi
  • a 28 essere fidanzata
  • a  trent’anni  devo avere una carriera di successo
  • a 32 i figli a 35 una casa bella con un bel balcone.

Quando non raggiungi questi traguardi nei tempi previsti  potresti sentirti senti frustrata, fallita, inadeguata, provare  rabbia verso te stessa o gli altri e paura per il futuro.

I pensieri si focalizzano sugli errori commessi o le circostanze avverse di vita e su cosa dovrai fare ora e in futuro.

Potresti diventare iperattiva e provare a fare di tutto per accelerare i tempi, oppure evitare di fare, bloccarti e procrastinare.

 Questa sindrome ha colpito anche me intorno ai 30 anni e mi tormenta un po’ anche ora. Questo articolo è per entrambe, riflettiamo insieme…

La sindrome dell’essere in ritardo può avere diverse sfumature:

-essere in ritardo o con tempistiche di vita che immaginiamo o con  il nostro io idealizzato

-essere in ritardo confrontandoci con gli altri, conosciuti di persona o attraverso i social.

 È sempre un tema di confronto!

Fare confronti è normale!

 È del tutto naturale fare i confronti con il nostro io ideale o con gli altri.

La mente umana è un meccanismo salva-vita, il suo obiettivo principale è tutelare la nostra sopravvivenza. Uno degli strumenti con cui persegue questo scopo è quello di farci rimanere all’interno del gruppo: pensa in termini di uomo preistorico, quante probabilità avrebbe avuto di salvarsi se fosse stato escluso dal gruppo? Pochissime!

Qualunque animale feroce lo avrebbe mangiato. In gruppo invece era più al sicuro.

 Anche oggi per noi è importante far parte del gruppo e per tutelare la nostra inclusione la mente fa confronti: sono abbastanza brava? sono utile come gli altri o sto facendo qualcosa di sbagliato?

Non solo: il nostro cervello è progettato per fare i confronti anche con l’obiettivo di comprendere cosa sia più giusto fare.

Ad esempio ,ho dei problemi con la mia compagnia telefonica e mi confronto con quella che utilizzano i miei amici per fare una scelta migliore.

Tuttavia quando facciamo  confronti con situazioni comprensibili e vicine a noi possiamo trarre più informazioni ed elementi utili di quando i confronti invece sono su aspetti più complessi e poco chiari, fatti con persone immaginarie  o lontane da noi, ad esempio persone che vediamo sui social.

In questo caso fare confronti genera solamente un danno alla nostra autostima e sensi di colpa: “Non ho fatto abbastanza! Non sono abbastanza!”

E’ Utile?

Se comprendiamo che il confronto è un pensiero, ovvero una frase nella nostra mente non necessariamente vera:

 “Francesca è più avanti di me”

“A questa età avrei già dovuto avere un figlio”

Allora possiamo sottoporlo ad una domanda: questo pensiero è utile? Sento che mi fa bene e mi fa evolvere o mi scoraggia e blocca?

Se per te è utile, se ti dà la grinta per motivarti allora usa a tuo vantaggio il suo potere.

Se per te questi pensieri non sono utili proviamo insieme a distanziarci gentilmente.

Come uscirne fuori?

1-Cominciare con un lavoro di accettazione e fiducia verso te stessa.

Prova ad esprimere gratitudine per tutto ciò che hai fatto: sei nata senza poter scegliere nulla, la tua famiglia, il luogo, il tuo aspetto fisico, il tuo carattere… e hai fatto del tuo meglio con quello che hai avuto.

Prendi consapevolezza delle tue risorse personali e del tuo percorso di vita scremandolo dalle aspettative. Ricorda inoltre che la nostra mente spesso non valuta quanto fatto in modo oggettivo ma si sofferma su ciò che non va.

Leggi le tue imperfezioni come segno della tua umanità e gli errori come  passaggi  fondamentali nel percorso di apprendimento della vita. Il nostro valore non ha a che fare con i traguardi raggiunti,ma con le nostre risorse personali che emergono tanto più meravigliosamente quando abbandoniamo il tema del perfezionismo e del giudizio.

2-Intercetta i tuoi desideri: a volte nel guardare gli altri perdiamo di vista noi stessi.

Dedica del tempo e delle attività riflessive come il journaling per comprendere quali sono i tuoi valori, ciò che è realmente importante per te e come questi si possono tradurre in obiettivi.

Dove vuoi andare?

Verso quale direzione importante vuoi dirigere la tua vita?

Come vuoi sentirti nelle tue giornate?

Come vuoi essere descritta dalle persone che ti conoscono?

3-Elabora un piano ed inizia ad agire. Crea un planning nella tua agenda e dei sistemi di abitudini che ti supportino nel portarlo avanti.

Puoi mettere in atto azioni lente ma progressive che ti daranno senso di controllo e crescita.

Potrebbe essere inoltre utile  dialogare con gli altri che ritieni “più avanti” e fare un confronto permeato di saggezza, ovvero di richiesta di supporto: “come hai fatto?”  “come sei arrivata a  questo?”

Questi passaggi consentono una regolazione emotiva dei sentimenti di colpa e inadeguatezza  tramite l’accettazione e l’auto compassione. Ti mettono quindi nella possibilità di sintonizzarti su te stessa e iniziare ad agire con azioni dotate di valore.

Ricorda che non è sbagliato cercare un confronto, ma è importante che tu non perda di vista la tua interiorità  e ti concentri sul diventare la migliore versione di te stessa.

Se ti interessa approfondire puoi seguirmi sul profilo Instagram.

Puoi anche consultare il mio percorso di crescita personale.

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